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Offener Wettbewerb | 01/2024

Neubau Krankenhaus in La Saleggina / Ospedale Regionale del Sopraceneri EOC, La Saleggina (CH)

2. Rang / 2. Preis

Preisgeld: 40.000 CHF

Herzog & de Meuron

Architektur

Teamplan GmbH

sonstige Fachplanung

MDP / Michel Desvigne Paysagiste

Landschaftsarchitektur

PIRMIN JUNG

Tragwerksplanung

Amstein + Walthert AG

TGA-Fachplanung

Tecnoprogetti SA

TGA-Fachplanung

BAKUS Bauphysik & Akustik GmbH

Bauphysik

IFEC ingegneria SA

Brandschutzplanung

Gysi Leoni Mader AG

Geologie

Citec Ingénieurs Conseils

Verkehrsplanung

Transsolar Energietechnik GmbH

Nachhaltigkeitskonzept

Beurteilung durch das Preisgericht

Il progetto MAGADINO si inserisce nel territorio in modo radicale e si propone come modello di ospedale prototipo. Seduce per il suo spirito di innovazione e cerca di mettere in discussione le attuali convenzioni in materia di edilizia ospedaliera. La posizione unica nel "Parco Flu-viale" viene presa come punto di partenza per rinnovare l'immagine dell'ospedale come luogo di cura dei malati, trasformato nell'occasione con raffinatezza in uno spazio di riflessione sulle sue possibilità future.
La tematica legata ai potenziali pericoli di esondazione del fiume diviene spunto per l'innalzamento dell'edificio al di sopra del terreno, offrendo uno spazio ampio, fluido, e ibrido come-parte integrante del parco, in grado di ospitare un'ampia varietà di attività ricreative oltre ai parcheggi: sport, eventi sociali, mercati all'aperto e altro. Questa proposta, offre un potenziale valore aggiunto per i residenti della città e per il personale dell'ospedale creando un intreccio tra cura, salute e ricreazione.
•III progetto affronta anche i temi della sostenibilità in modo inno-vativo. I materiali proposti, che preservano le risorse, vengono combinati in modo unitario e olistico con l'attenta integrazione della natura.
D'altra parte, si nota il paradosso per cui il progetto non può conseguentemente rimanere (staccato da terra) in aria, ma deve interrare alcune delle sue parti essenziali, quali parte della logistica e la radiolo gia. Ciò non risponde correttamente alle esigenze, chiaramente espresse nel bando, per contrastare i rischi alluvionali. Anche l'altezza residua dello spazio al di sotto dei locali dell'infrastruttura Li è molto bassa; per la sua ampiezza, sembra ridurre significativamente la permeabilità desiderata del parco, anche se queste aree sono assegnate in modo intelligente ai parcheggi. Sebbene la gerarchia degli spazi del programma ospedaliero, e quindi la capacità di orientarsi sotto la strut-tura, sia stata effettivamente perfezionata nella fase 2 del concorso, rimane il problema dell'accesso principale al generoso foyer d'entrata ai livelli sollevati dell'ospedale: a quota del parco lo spazio che dovrebbe essere dedicato all'entrata principale è chiaramente sottodimensionato in tutte le sue componenti (spazi di accoglienza, scale, ascensori).
Tra la prima e la seconda fase di concorso, la giuria avverte un no-
EOC - Bellinzona - Concorso d'architettura La Saleggina - Rapporto della giuria - 31.01.2024
tevole miglioramento dal punto di vista della flessibilità della struttura a livello concettuale e tipologico. Dal punto di vista della funzionalità ospedaliera, tuttavia, la flessibilità di sviluppo a lungo termine è ritenuta non sufficiente a causa delle altezze variate degli spazi e del restringimento della struttura verso est. Inoltre, si sottolinea la difficoltà, anzi l'impossibilità, di far realizzare la prosecuzione della prima fase, sull'asse dei tempi lunghi, eventualmente con un linguaggio o un autore diversi, in quanto ciò comprometterebbe troppo l'unitarietà dell'oggetto architettonico e il suo impatto territoriale.
I reparti, che nella fase 1 avevano un orientamento molto diver-gente, con camere rivolte verso l'ampio paesaggio e altre verso delle anguste corti interne, sono stati ottimizzati. Tuttavia, la grande estensione longitudinale dei reparti genera lunghi percorsi per il personale ospedaliero e quindi difficili condizioni operative.
La suddivisione in tappe, ovvero il completamento della forma molto forte solo nella tappa 2 cioè in un orizzonte temporale molto lungo, è oggetto di discussioni poiché ritenuta critica. Lo stesso vale per la vicinanza della megastruttura al contesto di quartiere di piccola scala a est, considerata eccessiva.
In sintesi, si tratta di un contributo molto apprezzato che avrebbe potuto creare un'identità unica per un ospedale sostenibile e orientato al futuro, grazie al suo approccio non convenzionale impregnato sul gesto di liberazione della struttura distaccata sopra il *Parco Fluviale. La presenza di questo progetto ha arricchito una discussione controversa all'interno della giuria anche se la sfida aperta è stata accompagnata da aspetti irrisolti a livello di fattibilità tecnica e specialistica.
Inoltre, l'inserimento staccato della grande forma che vuole un rapporto libero e unico con tutto il piano di Magadino si scontra in ultima analisi con le realtà presenti, I rischi naturali e la realtà urbana adiacente compromettono l'apprezzabile gesto a livello urbanistico. Il progetto presenta innumerevoli sfide apparentemente insormontabili sia in termini di flessibilità inteso come potenziale di crescita (richiesta fondamentale da parte dell'utenza), sia a livello tecnico e anche per quanto riguarda l'efficienza operativa ed economica.

Aspetti del paesaggio
Il progetto è concepito non tanto come un edificio quanto come un paesaggio.
Sorretto da pilotis, l'edificio permette al paesaggio di scorrere attraverso di esso. Questo è insolito e sorprendente! Il terreno sotto l'edificio volante è modellato con cura e ben elaborato nei dettagli. Aperture e tagli generosi permettono alla luce di cadere sul livello inferiore e, viceversa, consentono ai grandi alberi di crescere verso l'alto nella luce.
.Con il disegno della copertura, la pianta dell'edificio rimanda alla struttura a strisce delle parcelle agricole del piano di Magadino, Verso la città si crea un'ampia zona di transizione. In linea con la logica del pro-getto, è concepito come un parco con formazioni di sentieri sinuosi (Parco Cittadino). Un ampio asse paesaggistico attraversa il complesso edilizio e collega tra il lato cittadino e quello fluviale del sito.
Le visualizzazioni illustrano in modo efficace l'effetto desiderato e l'identità speciale del complesso ospedaliero: gli spazi interni ed esterni si fondono e creano luoghi protetti dalle intemperie per l'interazione e
lo scambio sociale.

Aspetti funzionalità ospedaliera
Dal punto di vista della pianificazione funzionale - operativa ospe-daliera, il progetto Magadino offre un elevato valore aggiunto in termini di ambiente di cura (Healing Environment. La compenetrazione dell'edificio con lo spazio verde, l'orientamento coerente delle stanze dei pazienti (ad eccezione della terapia intensiva), la bella materializzazione dimostrano un alto livello di comprensione del tema.
Inoltre, le critiche della prima fase sono state prese in considerazione e il progetto è stato completamente rivisto. Il concetto si basa ora fondamentalmente su un edificio principale affiancato da due ali di de-genza, composto da moduli di diversa profondità disposti in parallelo.
Nella ° tappa, due moduli formano l'ala ambulatoriale, a sinistra dell'ampia galleria d'ingresso, e altri due formano il comparto staziona-
rio, a destra. La disposizione delle funzioni per la ° tappa è relativamente coerente, Al piano terra sospeso si trovano il pronto soccorso e la radiologia, al primo piano gli uffici e la centrale di sterilizzazione e al secondo piano il blocco operatorio, il comparto parti e la terapia inten-siva, Tuttavia, un esame più attento dei cluster e delle proposte di layout rivela diversi punti deboli che dal punto di vista della funzionalità operativa non potranno essere corretti senza un adattamento concettuale del progetto. Ne sono un esempio la disposizione della sala operatoria, della sala risveglio, del comparto parti e dei comparti della degenza che, a causa della loro lunghezza e della disposizione unilaterale, comportano distanze troppo lunghe per il personale infermieristico.
Il posizionamento della logistica è stato notevolmente migliorato.
Si trova al di sotto del pianoterra galleggiante, su un piano parziale, con accesso dal livello -1. Dalle informazioni di base fornite, non è chiaro quando e come questo accesso della logistica sarà realizzato sotto o accanto ai bunker della radio-oncologia. Tuttavia, la fattibilità strutturale della soluzione prevista è incerta- senza una costosa soluzione speciale.
Inoltre, è molto ingombrante dal punto di vista operativo e non corrisponde alle dimensioni dell'ospedale, sia per quanto riguarda le dimensioni della fornitura da camion che per i nuclei dei montacarici per collegare il livello della logistica. Questo diventa un collo di bottiglia.
Dal livello della logistica conducono degli ascensori disposti in modo irregolare ai piani funzionali superiori. La distribuzione di questi nuclei è incomprensibile e sottodimensionato. L'accesso ai nuclei avviene attraverso dei corridoi stretti. La soluzione presentata quindi non è funzionale e offre un potenziale di sviluppo troppo limitato.
Anche gli assi di distribuzione e i nuclei degli ascensori per le persone sono critici. L'accesso ai reparti di degenza è solo parzialmente possibile senza attraversare altre funzioni. Ci si chiede inoltre se gli incontri tra i pazienti appena operati e i pazienti ambulatoriali, ad esempio nella diagnostica funzionale, siano compatibili a causa della grande distanza al livello 2. Questo è molto incerto e comporterebbe - semmai risolvibile - una modifica della bella galleria.
Il progetto diventa particolarmente difficile non appena viene costruita la seconda tappa. L'attraversamento dei pazienti dal pronto soccorso al reparto di radiologia, che potrebbe ancora essere risolto nella prima fase, diventerebbe irrisolvibile - poiché gli ambulatori aggiuntivi sarebbero accessibili attraverso questo asse centrale. L'opzione di un secondo ingresso è operativamente costosa e scomoda per i pazienti.
L'intera lunghezza dei reparti di degenza verrebe estesa da 200 a 400 metri. Questo non è giustificabile dal punto di vista operativo.
Si tratta di un contributo molto prezioso, che purtroppo dal punto di vista operativo, logistico e tecnico non è stato portato alla stessa qualità innovativa che dal punto di vista dell'architettura curativa a favore del personale e dei pazienti.

Aspetti riquardanti l'ingegneria civile
Concetto strutturale
La struttura in calcestruzzo armato e mista in legno-calcestruzzo presenta una trama dei pilastri regolare di circa 8.4×8.4 m e soddisfa i
principali requisiti di flessibilità.
Requisiti quota o "vasca bianca"
L'accesso principale dei fornitori e della logistica al piano interrato avviene a partire da una rampa che scende dal livello el parco (220.70 msm) al livello inferiore e si trova quindi sotto la quota o della vasca bianca (224.00 msm). Per soddisfare i requisiti della vasca bianca, l'entrata della rampa e quindi il livello del parco in questa zona ed i suoi accessi dovrebbero venir sopraelevati di ca. 4 m ed essere disposti alla quota minima di 224 msm.
Accessi cantiere fase 2
L'accesso principale è posizionato al centro del complesso con il traffico veicolare in provenienza da est. L'estensione della fase 2.1 verso sud necessiterebbe degli accessi al cantiere che potrebbero interferire col l'accesso veicolare principale da est o richiedere la sua temporanea
riorganizzazione da nord.

Aspetti riquardanti l'impianto RVCS
I concetti impiantistici sono descritti in modo sommario e poco approfondito, la relazione tecnica accompagnata da uno schema modulare ma priva dei necessari schemi di principio inerenti alla produzione del caldo e del freddo. Nella relazione tecnica nulla viene indicato a riguardo del settore "gas medicali", del sistema di distribuzione dell'acqua sanitaria, delle necessità tecniche per il settore della sterilizzazione e sull'architettura impiantistica. Apprezzata l'ubicazione delle centrali idrauliche che sono disposte al livello primo senza un'indicazione precisa sul loro contenuto tecnico, le stesse sono collegate da una spina logistica, condizione ritenuta adatta per sviluppi futuri ma nel caso specifico penalizzata dalle insufficienti dimensioni della stessa. Le centrali di ventilazione sono indicate a tetto senza precisare come sia possibile dal tetto raggiungere le utenze ubicate al livello zero. La realizzazione della seconda fase porta a creare disagi tecnici. L'ubicazione dei volumi tecnici principali al primo livello risulta non baricentrica rispetto le utenze da servire, valutiamo adeguata l'altezza anche se lo spazio libero per l'introduzione dei macchinari pesanti viene ridotto molto a causa del cordolo previsto fino a quota 224 mm. L'introduzione di macchinari pesanti può avvenire solo in zone predisposte per autogrù e/o carri ponte. Problematica l'integrazione in sicurezza della centrale gas medicali con serbatoi criogenici. Il concetto di distribuzione dei medi non viene descritto, la spina logistica non permette di collegare le utenze alle centrali tecnologiche in modo razionale rendendo ardua l'integrazione degli aspetti legati alla manutenzione e pulizia. L'ubicazione delle centrali di ventilazione disposte lungo l'asse prevalente dei venti non permette lo sviluppo d'un concetto di presa ed espulsione dell'aria ade-
guato, critica pure la vicinanza con l'eliporto.

Aspetti della sostenibilità
La valutazione svolta in fase 1 ha evidenziato i punti forti e i punti critici del progetto. Il gruppo di lavoro si è chinato parzialmente su tali punti, sviluppandone alcuni e tralasciandone altri. In generale, l'attenzione alle considerazioni dell'esperta è carente e l'approfondimento tra la fase 1 e la fase 2 è lacunoso.
Considerando il progetto nella sua interezza e nogostante lesiguo sviluppo tra le due fasi, i temi legati alla sostenibilità sono trattati in modo soddisfacente. Il progetto, pur essendo molto impattante a livello paesaggistico, è particolarmente attento ai temi della tutela e della promozione della biodiversità e all'implementazione di misure per l'adattamento ai cambiamenti climatici e la resilienza ai pericoli naturali, in particolar modo le misure per la gestione delle acque meteoriche e la mitigazione del surriscaldamento degli spazi esterni.
Rimangono in sospeso alcuni aspetti che necessitano di ulteriori approfondimenti, in particolare:
Eventuali misure contro la contaminazione dei suoli o interventi di bonifica;
Eventuali misure di contenimento delle specie invasive;
Temi dell'accessibilità e dell'inclusività;
Misure di sicurezza o back-up in caso di siccità e stress idrico; Misure per il risparmio, il riciclo e il riutilizzo dell'acqua potabile e di scarico;